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19 aprile 2012

Pedemontana veneta: un buco nel progetto frena i finanziamenti

INFRASTRUTTURE. Il dg della società che realizza l'opera spiega le difficoltà del momento. Dogliani: «Le banche non prestano soldi se l'esecutivo è incompleto» E gli spagnoli del consorzio Sis vendono quote e vanno in minoranza

Un buco nel progetto esecutivo della Pedemontana, ormai cosa fatta per il 95% dei 94 km tra Montecchio Maggiore e Spresiano. Ma quel 5% che manca, tale a quanto pare da bloccare metà opera, fa venire i sudori freddi al concessionario italo-spagnolo Sis che ha bussato alle banche appena vinto la gara per progetttare e realizzare l'arteria.

Oggi il Consorzio in realtà è più italiano che spagnolo, visto che tra un mese verrà formalizzata la cessione dell'11% delle quote dell'iberica Sacyr Vallehermoso, che deteneva la maggioranza, ai torinesi Dogliani. Ingegner Claudio Dogliani, direttore generale del consorzio Sis, cominciamo da qui. La notizia della cessione quote degli spagnoli ha fatto balenare l'eventualità di minori disponibilità bancarie per far fronte all'opera.
Allora? No, no. La realtà è diversa. Da anni insistevamo noi con i soci spagnoli perché la maggioranza diventasse italiana e questo perché Sis opera esclusivamente in Italia, in Sis lavorano tremila persone e appena 4 sono spagnole. Detenere la maggioranza per noi era valido dal punto di vista commerciale. L'atto di cessione verrà formalizzato in un mese. Sacyr passerà dal 60% al 49% e, come si vede dai numeri, pur in minoranza continuerà a detenere una parte importante della società.

Cosa le fa pensare che gli spagnoli s'impegneranno allo stesso modo di prima nella realizzazione della Pedemontana? Siamo responsabili solidalmente, cioè come soci impegnati allo stesso modo di prima a reperire finanziamenti. Dica la verità, siete in difficoltà economica in questo momento? No, noi oggi non siamo in difficoltà. Ma non si riesce a chiudere il progetto esecutivo, tema legato alle richieste dei comuni nei singoli territori. E nessuna banca presta soldi se il progetto non è chiuso completamente. Questo non vuol dire che non ci sia interesse, la Pedemontana è uno dei progetti autostradali migliori a livello europeo perché nasce in un territorio ricco di economia e appetibile a tutto il mondo finanziario, anche fuori dall'Italia. Purtroppo il contesto di oggi non fa bene non solo alla Pedemontana, ma al sistema project financing in generale. Se ci trovassimo nel 2007 e con il mercato finanziario pre-crisi, verrebbe finanziato in un minuto. Oggi il contesto è diverso, ma la Pedemontana rimane pur sempre la migliore opera sulla piazza. E per la banca non conta lo sponsor, ma la validità del progetto.

Cosa blocca l'approvazione del progetto esecutivo? È solo un problema di tipo tecnico, un formalismo se vogliamo: sui 94 km del tracciato il progetto esecutivo è ormai praticamente fatto al 95%, ma il 5% che manca blocca il 50% dell'opera. Si tratta di piccoli e marginali tratti che in realtà si stanno chiudendo e risolvendo. Le banche ci sono, ma aspettano l'approvazione. Del resto se una persona va a chiedere un mutuo perché vuole costruire casa, la banca come minimo e come prima cosa chiede il progetto.

Finora come avete fatto fronte ai lavori? Tutte risorse proprie, ma con questo non voglio accendere polemiche, è un nostro obbligo previsto nel contratto. Ad oggi abbiamo impiegato 70 milioni di euro e abbiamo un avanzamento lavori certificato di 30 milioni di euro. Stiamo lavorando a ritmi elevati. Il costo dell'opera è 2,130 miliardi di euro, di cui 174 milioni di contributo pubblico.

Quanto è arrivato finora? Ad oggi abbiamo lavorato esclusivamente con fondi nostri, al momento non è arrivato denaro pubblico.
Perchè? A quanto mi risulta la Regione non ha ancora avuto il trasferimento da Roma, sappiamo che è in corso la procedura.
Che problemi vi crea? Se arrivano i soldi della Regione copriamo buona parte del 2013, poi arriveranno i finanziamenti delle banche. Problemi non ce ne sono, faremo dei finanziamenti ponte. Rischio di infiltrazioni malavitose nei lavori, le ha sollevate un'interrogazione in consiglio regionale.
È vero? Un grosso equivoco. Ci sono stati sub-appalti legati ad un cantiere di Palermo alle ditte Prime Iniziative e Medi Tour, ma hanno lavorato con noi solo dopo che erano state poste sotto sequestro e soprattutto con il nulla osta della Prefettura. Con noi lavorano solo ditte pulite, che hanno il via libera dalla Prefettura.


19 aprile 2012


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