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02 aprile 2013

Le autostrade svuotate dalla crisi

Nel 2012 persi 13 milioni di veicoli, si è tornati ai livelli di 10 anni fa. 
L’esperto: «Inutile investire in nuove grandi opere» 

VENEZIA — Tredici milioni di veicoli in meno sulle autostrade che attraversano il Veneto: il 2012 è stato l’annus horribilis per la viabilità regionale, con volumi di traffico in alcune tratte tornati ai livelli di 10 anni fa. Le cause del calo sono molteplici ma si possono sintetizzare in due parole purtroppo ricorrenti: crisi economica. Quella che ha investito la produzione delle aziende, azzoppando i trasporti di merci e sub forniture, la stessa che ha convinto le famiglie a spendere meno, risparmiando su ticket e costo della benzina, fra l’altro arrivato la scorsa estate ai massimi storici. Una diminuzione di passaggi talmente netta da suggerire un cambio di «cultura dei trasporti», come spiegano gli studiosi del settore: meno infrastrutture e grandi opere, più «efficientamento del sistema dei trasporti esistente». 

A spiegarlo è Luciano Greco, professore di economia all’università di Padova e all’Imperial College di Londra, esperto di trasporti e vicepresidente dell’Interporto di Padova. «Noi abbiamo già molte infrastrutture pesanti - ricorda - dobbiamo intervenire su alcuni colli di bottiglia che le rendono meno utilizzabili». E le grandi opere? «Molto meglio rendere più efficiente il sistema che c’è. Con i miliardi di euro previsti per la piattaforma offshore di Venezia, giusto per fare un esempio, potremmo rendere il sistema di trasporti regionale fra i più efficienti in Europa». Questa è anche la via «indicata dall’Unione Europea» nelle direttive ufficiali. «Ci vuole un cambio di mentalità - continua Greco - non è solo una questione di soldi in meno nelle casse degli Stati e quindi meno possibilità di spendere, ma di saper far fruttare quello che già c’è». Esempi? La rete ferroviaria è sufficientemente estesa, ma non «sopporta» i treni oltre i 500 metri: quelli che renderebbero il trasporto merci molto più conveniente. «Anche i nostri porti hanno una capienza ottima, ma se poi le merci in arrivo si bloccano su strade e ferrovie la situazione non cambia». Meno veicoli e camion sulla rete autostradale sono i sintomi, sempre più evidenti, della crisi. «Ormai è depressione - ricorda il professore - le strade ce lo segnalano, anche perché ad ogni calo di produzione corrisponde una diminuzione di trasporti merci proporzionalmente superiore. Basti pensare a quanti trasporti servono per produrre una singola macchina utensile». 

A spanne i modelli econometrici fanno equivalere ad ogni punto di Pil perso un calo del traffico del 3-4%, percentuali ampiamente superate nel corso del 2012. Il tratto più colpito è la Venezia-Padova, con percentuali di calo superiori all’8%, mentre resiste meglio il passante di Mestre (-4,49%), più di 3 milioni di auto in meno considerando le due tratte. Per la Cav, società che le gestisce entrambe, solo il Passante è costato 3,2 milioni di euro di introiti in meno nel 2012, la Venezia-Padova di più e, se la tendenza verrà confermata, si potrebbero superare i 10 milioni di calo ulteriore nel 2013. Non va meglio anche alla Brescia-Padova: - 6,53% nel tratto principale, la A4, - 4,85% la A31 Valdastico, passaggi che, considerando solo la A4, tornano sotto i 100 milioni. Ovvero ai livelli del 2003, 7 milioni di macchine in meno in dodici mesi. Almeno l’incasso è salvo: 262 milioni nel 2012, leggerissimo aumento (+0,65%) rispetto al 2011. Il presidente della Brescia-Padova, Attilio Schneck combatte su più fronti: sbloccare la richiesta di aumento dei pedaggi del 4,4%, congelata a Roma da Anas e Governo (se ne riparlerà quando la situazione politica nella capitale si sarà stabilizzata), vincere la resistenza del Trentino per collegare via autostrada Vicenza a Trento (la Valdastico Nord) e sperare in una ripresa dei passaggi. «Dovrebbe esserci nel secondo semestre del 2013, speriamo, gli incassi reggono perché ci sono meno veicoli ma con una percorrenza maggiore» dice. Intanto gennaio fa segnare un ulteriore - 1,5% rispetto allo stesso mese del 2012. 

In calo anche i veicoli sulla Venezia - Trieste (-6,16%, quasi 3 milioni di veicoli) e sull’Autobrennero (-4,6%). Se non è «autostrada deserta», come cantava Antonello Venditti, è comunque un segnale forte: bisogna valorizzare le infrastrutture esistenti. È d’accordo anche Riccardo Rossi, che insegna Economia dei Trasporti all’università di Padova. «Con una limitata disponibilità di risorse - spiega - è d'obbligo mettere in atto migliorare prestazioni dei sistemi, garantendo un'offerta di trasporto a minori costi di produzione salvaguardando il servizio in termini qualitativi e quantitativi». Per farlo si può puntare, ad esempio, sul «miglioramento» delle connessioni fra trasporto pubblico e privato, come i parcheggi scambiatori che permettono di lasciare il proprio mezzo fuori dalle città ed entrarci con i mezzi pubblici, oppure premiare - come succede in alcuni Paesi europei - la condivisione del veicolo: tariffa ridotta e sgravi per le automobili con almeno 3 passeggeri, ancora poche sulle nostre strade. 

Enrico Albertini

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