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23 aprile 2013

Ma quale lavoro?

Passando vicino ai cantieri dell'Autostrada Pedemontana Veneta mi sono ricordato che, durante le nostre uscite pubbliche, i gazebo proposti nelle piazze o negli incontri informativi, una delle contestazioni che ci vengono mosse da chi è favorevole alla costruzione di queste infrastrutture è che "le grandi opere portano lavoro, fanno lavorare la nostra gente, danno impulso all'economia".

Beh, nei cantieri che da un po' sto osservando stanno lavorando fisicamente una cinquantina di persone, mettici un po' di logistica, uffici tecnici ed amministrativi più l'indotto secondo me arriviamo a 200 persone.

Il grosso del lavoro viene svolto dai macchinari che, essendo complessi, richiedono manodopera specializzata che viene reperita nelle aziende che hanno esperienza nelle grandi costruzioni, quindi non nelle piccole realtà locali.

Le aziende del territorio vengono coinvolte per lavori di poco conto: manovalanza, asfaltatura, gettate di calcestruzzo.

Se i 2,8 miliardi di euro venissero impiegati diversamente, cosa succederebbe?

Un operatore agricolo o un operaio edile costa alle aziende tra i 22 ed i 24 euro all'ora.
Con 2,8 miliardi si possono pagare quasi 122 milioni di ore a un operaio di questi settori, cioè si potrebbe dare lavoro a 6354 persone per 10 anni: una moltitudine.

Per fare cosa? Il nostro territorio ha bisogno urgentissimo di manutenzione.
Curiamo argini e letti dei fiumi, puliamo boschi e campi, sistemiamo le frane che devastano le nostre colline.

In cambio avremo legna da ardere così non la importeremo dalla Slovenia o dalla Bielorussia; potremo avere campi migliori da coltivare in modo da non importare asparagi dalla Spagna o noci dalla California.

Possiamo impiegare la manodopera per utilizzare al meglio i rifiuti che produciamo e ricavarne materie prime, riutilizzando materiali che non sono scarti ma risorse.
Magari ci troviamo anche con qualche mezzo pesante in meno sulle strade.
Possiamo sistemare le strade esistenti che sono gratuite e renderle più funzionali.

E' urgentissimo pensare alla bonifica dei siti dove industrie altamente inquinanti hanno sversato di tutto e la loro riconversione in terreni fruibili (le nostre campagne sono piene di discariche dove sono stati conferiti fino a 15 anni fa i rifiuti solidi urbani e sono state solo coperte con un metro di terra).

Ci sono casolari ed intere contrade in completo stato di abbandono, recuperiamole e facciamo rivivere questi borghi che non hanno niente da invidiare a quelli rinomati in Toscana o in Umbria.

Riscopriamo l'essenziale che non vuol dire arretratezza, scomodità o povertà, ma dare il giusto valore alle cose.

In questo spreco non c'è solo la Autostrada Pedemontana Veneta, ma anche Valdastico Nord, Nuova Valsugana, Nuova Romea, il prolungamento della A27, Nogara Mare, Grande Raccordo Anulare di Padova, le vie del mare ecc.
Solo in Veneto una spesa complessiva di alcune decine di miliardi.

Coldiretti in questi giorni ha lanciato l'allarme: negli ultimi 20 anni l'Italia ha perso il 15% di terreni coltivabili a causa della cementificazione.
Hanno chiuso 1.200.000 imprese agricole. Impiegando al meglio le risorse economiche e valorizzando i nostri territori queste imprese potrebbero ritornare a vivere.

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